Villa De Viti

Villa De Viti

Fu costruita fra gli alberi, sopra alla frazione di Cecchetto, nel primo decennio del 1900 dai marchesi De Viti che risiedevano a Roma. Prima di allora, i De Viti erano venuti all’Abetone, per alcuni anni in villeggiatura prendendo in affitto, da giugno a ottobre, Villa La Roccia. La loro residenza montana era costantemente frequentata da nobili italiani e stranieri ed anche da un personaggio storico, Umberto Zanotti Bianco (1889-1963) uomo di grande cultura ed umanità, archeologo, meridionalista e ambientalista, che, come alcuni abetonesi ricordano, quando veniva all’Abetone era costantemente sorvegliato da due agenti in borghese, perché contrario al regime fascista. La “villa”, dopo il secondo conflitto mondiale fu abitata, sempre in estate, da una delle tre figlie del marchese, Lucia. La nobildonna, dopo la morte del marito, si dedicò alla cura dei bambini poliomielitici; li portava in vacanza all’Abetone, dove studiavano, dipingevano con gli acquerelli e si sottoponevano alle prime cure omeopatiche di cui la marchesa era una fervente sostenitrice. Nelle vicinanze della villa fu allestito un campo da tennis. Questo comportamento filantropico della marchesa è senz’altro da ricondurre anche alle visite che Zanotti Bianco aveva fatto alla sua famiglia anni prima. Egli, infatti, fuggito in Belgio per le sue idee antifasciste, fondò l’Associazione Nazionale per gli interessi del Mezzogiorno; inoltre divenne confidente della Regina Maria Josè di Savoia (che lo mise in contatto con molti personaggi della cultura, alcuni dei quali malvisti dall’entourage governativo), la quale ribattezzò l’Associazione in “Opera Principessa di Piemonte” per evitare che il regime la chiudesse. Dopo la fine del conflitto bellico, Zanotti Bianco fu riabilitato. Gli furono conferite molte cariche di grande prestigio: divenne Presidente della Croce Rossa Italiana, Accademico dei Licei e anche Presidente di Italia Nostra. Nel 1952 fu nominato Senatore a vita dal Presidente della Repubblica L. Einaudi, per gli altissimi meriti scientifici e sociali. Tornando alla “villa”, che appartiene ora alla Fondazione “Le Costantine” (con sede a Casamassella, in provincia di Lecce), dobbiamo rilevare che attualmente si trova in grave stato di abbandono. Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale vi si stabilì il Comando tedesco; in paese molti ricordano ancora la figura imponente del maresciallo Kesserling. Via Brennero(ex Via Ximenes),19 51021 Abetone 

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